Oggi apriamo una nuova sezione dedicata ai vitigni coltivati nelle Marche. Iniziamo con il vitigno più diffuso in Italia e nelle Marche e il padre dei più grandi rossi italiani, ossia il Sangiovese.
Sull'origine del Sangiovese ancora non esistono fonti certe che testimoniano la sua precisa discendenza. Il primo documento che prova la sua presenza risale al 16 secolo ed è il trattato "Delle coltivazioni delle viti e del frutto che se ne può ricavare" di Giovan Vettorio Soderini. Perfino la derivazione del nome Sangiovese non è ben chiaro e ci sono diverse teorie su questo dilemma, di cui la più accreditata, a mio avviso, è quella che sostiene l'origine da "Sangiovannina", definizione dialettale della Toscana settentrionale che indica l'uva primaticcia per il suo prematuro germogliamento a giugno concomitante con la festa di San Giovani Battista.
Nel territorio marchigiano il Sangiovese è coltivato nei versanti collinari e allevato a cordone speronato basso. E' un vitigno forte e resistente alle malattie crittogamiche che consente un'ottima produttività. A causa del suo adattamento a molte varietà di terreno, anche se preferisce quelli di tipo calcareo, e della sua capacità di mutamento, le tipologie del Sangiovese sono tantissime (è quasi impossibile elencarle tutte).
Tra i suoi caratteri ampelografici possiamo notare una foglia media e di forma pentagonale, un grappolo medio a cilindro-piramidale e un acino nero violaceo medio e consistente.
I vini del Sangiovese hanno un'elevata acidità, che permette una buona longevità, e un alto tasso di tannini. Si presenta con un bel rosso rubino e una struttura media; il sapore è asciutto e leggermente amarognolo. A seconda del terreno, del clima locale e del metodo di coltivazione il Sangiovese può assumere qualità molto differenti che può dal vino rosso economico al vino top e pluripremiato.
Nelle Marche i vini che sono prodotti dal Sangiovese sono:
Colli Pesaresi
Esino
Rosso Conero
Rosso Piceno
Vernaccia di Serrapetrona
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